In questi giorni pullulano i “professionisti dell’amnesia”, che
sembrano aver dimenticato tutto quello che avevamo fatto: avevamo riqualificato Largo S.Antonio, la
SS.Annunziata, la Villa Comunale, avevamo avviato i lavori dell’ascensore
inclinato, avevamo rifatto tutti i sottosistemi del Centro Storico e tutta la
sua pavimentazione, avevamo avviato il contratto di quartiere Cavoni. Ma,
soprattutto, avevamo cominciato a sentirci una vera comunità.
Perché una città non è un luogo fatto di case, macchine, strade,
parcheggi, autobus e sacchetti di spazzatura: la città è innanzitutto un luogo
dove vivono le persone. E una città diventa bella, vivibile, se gli abitanti
vengono trattati non da sudditi, ma da cittadini.
Troppe volte, nel recente passato, abbiamo assistito alle
chiacchiere di chi prometteva milioni di posti di lavoro, di chi ha
approfittato della buonafede di tante persone per raccontare di un’Italia che non c’è:
truffatori e bugiardi che stanno facendo pagare ai più poveri e ai più onesti
le fandonie raccontate per anni.
Mi rivolgo ad ognuno di voi per ribadire che un politico
serio, un Sindaco che tiene veramente alla propria città, non si limita ad amarla:
la rispetta e soprattutto ne rispetta i cittadini.
Non vi rispetta chi racconta fandonie. Non vi rispetta chi
vi promette posti di lavoro. Non vi rispetta chi oggi vi paga le bollette,
perché fa in modo che voi gli dobbiate dire “grazie”.
Io, se mi darete la possibilità di tornare ad essere Sindaco
di Frosinone, non cercherò mai il vostro “grazie". Perché non mi
permetterò mai di approfittare del vostro disagio per trasformare un vostro
diritto in un “mio” favore.
Un buon Sindaco non promette un posto di lavoro, non paga
bollette, ma si batte – con tutte le proprie forze – affinché ai suoi concittadini
sia garantito il lavoro e la possibilità di pagare una bolletta senza dover
dire grazie a nessuno.
Le vostre speranze per il domani possono realizzarsi solo se
da oggi tutti insieme iniziamo a costruire il presente, ricominciando a
scrivere la nostra storia. La storia del riscatto di una città, Frosinone, che
nessuno può permettersi di umiliare.
Domenico Marzi
Una lettera asciutta, diretta, dignitosa. L'orgoglio di un cittadino che si riconosce nella propria città e che dello spirito di appartenenza fa la principale ragione di una missione appassionata e coerente. Ho conosciuto Marzi in questa campagna elettorale e mi auguro che tanti, tantissimi suoi concittadini riconoscano le qualità di questo serio e determinato interprete della "politica del fare".
RispondiEliminaCarlo Galiotto